Non più cittadine a metà. Le sammarinesi e il riconoscimento del diritto di voto

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Descrizione

di Valentina Rossi

San Marino è uno dei paesi occidentali che ha riconosciuto con maggior ritardo il suffragio femminile attivo e passivo. Le sammarinesi poterono per la prima volta recarsi alle urne nel 1964, per scegliere i propri rappresentanti uomini, e soltanto con le elezioni del 1974 entrarono per la prima volta in parlamento.

Nel corso del tempo si è persa conoscenza e consapevolezza di quanto quei fondamentali diritti furono a lungo negati.

Il presente studio cerca quindi di ricostruire il lunghissimo e tortuoso percorso – fatto di contrasti, reticenze e continui dilazionamenti – che portò al riconoscimento del suffragio in due tappe successive. Fondata in maniera prevalente su materiali d’archivio, la ricerca si avvale anche di un’indagine di storia orale, con una serie di interviste a donne elettrici che parteciparono alla storica tornata del 13 settembre 1964, e ad alcune elette che poterono vivere in prima persona l’esperienza parlamentare.

Non avere il diritto di voto significava, per le sammarinesi, essere “cittadine a metà”: lo raccontano le testimoni e lo dimostra anche la loro condizione giuridica, che ancora nei primi anni Settanta era spaventosamente arretrata. I forti progressi degli ultimi cinquant’anni, anche se di certo non del tutto compiuti, portano legittimamente a considerare che l’acquisizione dei diritti politici abbia avuto un peso determinante negli sviluppi successivi e abbia portato le sammarinesi verso la realizzazione della loro piena cittadinanza.

Informazioni aggiuntive

Anno di pubblicazione

2025

Pagine

252

Tipo

Cartaceo

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